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Petra


La Storia Avvincente di Un Viaggio al Femminile



La Vigna e il Giardino della Principessa



La memoria della natura ha radici profonde. Francesca Moretti era ancora matricola universitaria quando a Petra venivano impiantati i primi vitigni: era stata lei a decidere, sulla base di una visione già chiara, cosa far crescere in questo terreno vocato ma tutto da interpretare, e la scelta aveva privilegiato gli internazionali, oltre a sangiovese e vermentino, in un percorso che puntava già allora a vini di massima piacevolezza e contemporaneità.



Anche Elisa Bonaparte, due secoli prima, aveva piantato cabernet-sauvignon e merlot in un appezzamento di 5 ettari poi noto come Vigna della Principessa. Un cerchio che si chiude oggi con il progetto, fortemente voluto da Francesca, di ricreare la storica Vigna nei luoghi che l’hanno vista crescere. A questo si aggiunge il Giardino della Principessa Elisa, una collezione di erbe aromatiche che riprende fedelmente il disegno dell’originale, su un terrazzamento panoramico adiacente alla cantina, seguendo le illustrazioni dello storico botanico Paolo Tomei, dell’Università degli Studi di Siena.


La Nostra Maremma - Un'Oasi Naturale



Chi arriva a Petra per la prima volta resta incantato dalla potenza della natura e da una luce che ha profondità poco comuni a queste latitudini.



La tenuta è immersa in un ecosistema particolarissimo, che respira e parla, impregnato di calore e di una corrente sotterranea che attraversa il suolo e arriva all’uomo attraverso il prodotto della terra – uva, ma non solo.



Petra si nutre di paesaggio e natura, dalla cintura verde delle Colline Metallifere, al vicino Parco Naturale di Montioni, con la Riserva Naturale Poggio Tre Cancelli, fino al Parco Costiero della Sterpaia, affacciato sul mar Tirreno, presenza costante all’orizzonte, unico accento blu in un panorama altrimenti dominato da due colori fondamentali: verde e ruggine.



Le estati ardenti sono temperate dai venti salmastri di costa, e la macchia mediterranea, a cui si mescolano cerri, sugheri, corbezzoli, erica, lentisco e mirto, è abitata da caprioli, cinghiali, istrici, ricci, tassi, volpi, gheppi, poiane, civette e barbagianni. Una convivenza coerente, un dialogo spontaneo legano Petra al suo territorio, a partire dall’impronta lieve delle sue pratiche vinicole e agricole.


Terroir - Una Molteplicità da Conoscere e Valorizzare



Una naturale vocazione può rappresentare un limite o un’opportunità: il risultato dipende dalla forza dell’interpretazione, dalle persone che lavorano con devozione e competenza per estrarre l’essenza. La zona di Suvereto è ricca di testimonianze enologiche che risalgono al tempo degli Greci e degli Etruschi, che vinificavano in anfora e qui mantenevano un florido commercio di metalli. Ma il pedigree del terreno non basta, a maggior ragione quando è così sfaccettato: Petra è un insieme di paesaggi e microclimi, un susseguirsi di substrati.



Una prima zonazione condotta da Attilio Scienza ha evidenziato la presenza in superficie di uno strato pietroso/siccitoso, di origine tettonica, seguito da uno strato ricco di manganese e altri metalli, di origine alluvionale, e da uno strato basale limaccioso. A questo studio è seguita una classificazione cartografica minuziosa della proprietà, in collaborazione con il CREA di Firenze: un patrimonio di dati scientifici indispensabile per comprendere come far esprimere al meglio il potenziale dei vigneti.


Azienda Agricola - Non Un Suolo Ma Un Susseguirsi di Suoli



Francesca Moretti ama mettere le mani in terra e anche per questo ha voluto che la tenuta mantenesse intatto il suo originario DNA contadino. L’azienda è innanzi tutto agricola: qui si coltiva e si alleva, nel rispetto della biodiversità. Particolare attenzione è riservata alla salvaguardia di razze e varietà antiche e minacciate, come le galline Valdarno nera, Valdarnese bianca e Livorno, alle quali si uniranno presto suini di razza Cinta Senese e Grigio Toscano, e capre di razza Montecristo, l’unico esempio di capra vivente allo stato selvatico da epoca antica e a rischio di estinzione, in affidamento dalla Regione Toscana al solo scopo di custodia (in progetto anche una produzione casearia con un team dell’Università di Firenze che segue un gregge presso il Podere Felcetone, sul monte Amiata). Coltivazioni di ortaggi e misticanze per l’uso in cucina andranno di pari passo alla coltivazione di sementi antiche, conservate e scambiate all’interno del circuito dei Coltivatori Toscani, a cui Petra aderisce. Il ristorante in cantina celebra l’ospitalità e la scoperta, ed è aperto su prenotazione per la degustazione di prodotti tipici locali, in abbinamento ai vini di tenuta.


Di Vini e Dintorni - La Filosofia



Un forte istinto protettivo muove tutti coloro che vivono Petra, da Francesca Moretti agli uomini che lavorano in vigna e negli uliveti. Proteggono l’equilibrio di un sistema naturale che pretende rispetto e delicatezza per essere valorizzato e restituire valore ed emozione.



Il lavoro dalla vite alla cantina è dunque meticoloso e poco invasivo, le pratiche agricole seguono il regime biologico e l’impatto ambientale, anche delle attività di cantina, è ridotto al minimo. Alla consulenza dell’agronomo Ruggero Mazzilli, che ha impostato il percorso di conversione al bio fino all’avvenuta certificazione, è seguita quella di Marco Simonit. Beppe Caviola accompagna la trasformazione dell’uva in vino senza manipolazioni o forzature, sfruttando gravità, luce naturale e l’energia fornita da un impianto fotovoltaico galleggiante (che non sottrae terra all’agricoltura) per estrarre una cifra contemporanea e piacevole, e far esprimere il calore a tratti sontuoso e lo slancio brillante di questa terra nei nostri vini. Espressione della naturale impronta del territorio sono anche gli olii Petra, frutto della genuina passione per l’olivo e per il carattere unico della nostra Maremma.


Vini Petra - La Memoria del Passato e La Forza della Natura



Vicino all’antico borgo di Suvereto, terra delle suvere, maestose querce che producono il sughero, sulle colline ferrose della Val di Cornia e con lo sguardo sul mar Tirreno.



È qui, nella spettacolare natura della Maremma, che nasce la magia di Petra.


Vini Belvento - Il Vento, Il Mare, La Macchia Mediterranea



La linea dei Vini del Mare della nostra tenuta, una gamma ispirata all’identità marittima e alla natura selvaggia di questa particolare area della Toscana.


Paradigma Cantina - Architettura



L’architetto svizzero Mario Botta, incaricato da Vittorio Moretti di vestire di forma e funzione il cuore operativo di Petra, ha descritto così lo spirito del progetto.



Un fronte unico a valle, con un corpo centrale cilindrico alto 25m e orientato a 45/90 gradi rispetto ai filari che lo circondano. Totemico e organico, simbolo di un approccio sensibile al processo tecnologico, il cilindro accoglie al suo interno le attività di ingresso e al centro quelle di vinificazione. La sommità – un piano inclinato parallelo alla collina – è il luogo di raccolta dei grappoli: da qui gli acini, separati dal raspo, finiscono per morbida caduta nelle vasche di macerazione e fermentazione.



Morbida, rispettosa, a basso impatto, com’è tutta la strada che dal grappolo conduce alla bottiglia. Nel cuore della collina si trovano le gallerie di invecchiamento (in barrique e bottiglia) e, oltre lo spazio riservato alle botti in rovere di Slavonia, una lunga galleria penetra in profondità e si arresta di fronte a una massiccia parete di roccia. Questo è il luogo conclusivo, uno spazio d’incontro e di riflessione, come suggerisce la presenza dell’Altare di Rivadossi. Un cordone ombelicale che lega Petra alla petra mater delle Colline Metallifere.


Prodotti Petra

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La Storia Avvincente di Un Viaggio al Femminile



La Vigna e il Giardino della Principessa



La memoria della natura ha radici profonde. Francesca Moretti era ancora matricola universitaria quando a Petra venivano impiantati i primi vitigni: era stata lei a decidere, sulla base di una visione già chiara, cosa far crescere in questo terreno vocato ma tutto da interpretare, e la scelta aveva privilegiato gli internazionali, oltre a sangiovese e vermentino, in un percorso che puntava già allora a vini di massima piacevolezza e contemporaneità.



Anche Elisa Bonaparte, due secoli prima, aveva piantato cabernet-sauvignon e merlot in un appezzamento di 5 ettari poi noto come Vigna della Principessa. Un cerchio che si chiude oggi con il progetto, fortemente voluto da Francesca, di ricreare la storica Vigna nei luoghi che l’hanno vista crescere. A questo si aggiunge il Giardino della Principessa Elisa, una collezione di erbe aromatiche che riprende fedelmente il disegno dell’originale, su un terrazzamento panoramico adiacente alla cantina, seguendo le illustrazioni dello storico botanico Paolo Tomei, dell’Università degli Studi di Siena.


La Nostra Maremma - Un'Oasi Naturale



Chi arriva a Petra per la prima volta resta incantato dalla potenza della natura e da una luce che ha profondità poco comuni a queste latitudini.



La tenuta è immersa in un ecosistema particolarissimo, che respira e parla, impregnato di calore e di una corrente sotterranea che attraversa il suolo e arriva all’uomo attraverso il prodotto della terra – uva, ma non solo.



Petra si nutre di paesaggio e natura, dalla cintura verde delle Colline Metallifere, al vicino Parco Naturale di Montioni, con la Riserva Naturale Poggio Tre Cancelli, fino al Parco Costiero della Sterpaia, affacciato sul mar Tirreno, presenza costante all’orizzonte, unico accento blu in un panorama altrimenti dominato da due colori fondamentali: verde e ruggine.



Le estati ardenti sono temperate dai venti salmastri di costa, e la macchia mediterranea, a cui si mescolano cerri, sugheri, corbezzoli, erica, lentisco e mirto, è abitata da caprioli, cinghiali, istrici, ricci, tassi, volpi, gheppi, poiane, civette e barbagianni. Una convivenza coerente, un dialogo spontaneo legano Petra al suo territorio, a partire dall’impronta lieve delle sue pratiche vinicole e agricole.


Terroir - Una Molteplicità da Conoscere e Valorizzare



Una naturale vocazione può rappresentare un limite o un’opportunità: il risultato dipende dalla forza dell’interpretazione, dalle persone che lavorano con devozione e competenza per estrarre l’essenza. La zona di Suvereto è ricca di testimonianze enologiche che risalgono al tempo degli Greci e degli Etruschi, che vinificavano in anfora e qui mantenevano un florido commercio di metalli. Ma il pedigree del terreno non basta, a maggior ragione quando è così sfaccettato: Petra è un insieme di paesaggi e microclimi, un susseguirsi di substrati.



Una prima zonazione condotta da Attilio Scienza ha evidenziato la presenza in superficie di uno strato pietroso/siccitoso, di origine tettonica, seguito da uno strato ricco di manganese e altri metalli, di origine alluvionale, e da uno strato basale limaccioso. A questo studio è seguita una classificazione cartografica minuziosa della proprietà, in collaborazione con il CREA di Firenze: un patrimonio di dati scientifici indispensabile per comprendere come far esprimere al meglio il potenziale dei vigneti.


Azienda Agricola - Non Un Suolo Ma Un Susseguirsi di Suoli



Francesca Moretti ama mettere le mani in terra e anche per questo ha voluto che la tenuta mantenesse intatto il suo originario DNA contadino. L’azienda è innanzi tutto agricola: qui si coltiva e si alleva, nel rispetto della biodiversità. Particolare attenzione è riservata alla salvaguardia di razze e varietà antiche e minacciate, come le galline Valdarno nera, Valdarnese bianca e Livorno, alle quali si uniranno presto suini di razza Cinta Senese e Grigio Toscano, e capre di razza Montecristo, l’unico esempio di capra vivente allo stato selvatico da epoca antica e a rischio di estinzione, in affidamento dalla Regione Toscana al solo scopo di custodia (in progetto anche una produzione casearia con un team dell’Università di Firenze che segue un gregge presso il Podere Felcetone, sul monte Amiata). Coltivazioni di ortaggi e misticanze per l’uso in cucina andranno di pari passo alla coltivazione di sementi antiche, conservate e scambiate all’interno del circuito dei Coltivatori Toscani, a cui Petra aderisce. Il ristorante in cantina celebra l’ospitalità e la scoperta, ed è aperto su prenotazione per la degustazione di prodotti tipici locali, in abbinamento ai vini di tenuta.


Di Vini e Dintorni - La Filosofia



Un forte istinto protettivo muove tutti coloro che vivono Petra, da Francesca Moretti agli uomini che lavorano in vigna e negli uliveti. Proteggono l’equilibrio di un sistema naturale che pretende rispetto e delicatezza per essere valorizzato e restituire valore ed emozione.



Il lavoro dalla vite alla cantina è dunque meticoloso e poco invasivo, le pratiche agricole seguono il regime biologico e l’impatto ambientale, anche delle attività di cantina, è ridotto al minimo. Alla consulenza dell’agronomo Ruggero Mazzilli, che ha impostato il percorso di conversione al bio fino all’avvenuta certificazione, è seguita quella di Marco Simonit. Beppe Caviola accompagna la trasformazione dell’uva in vino senza manipolazioni o forzature, sfruttando gravità, luce naturale e l’energia fornita da un impianto fotovoltaico galleggiante (che non sottrae terra all’agricoltura) per estrarre una cifra contemporanea e piacevole, e far esprimere il calore a tratti sontuoso e lo slancio brillante di questa terra nei nostri vini. Espressione della naturale impronta del territorio sono anche gli olii Petra, frutto della genuina passione per l’olivo e per il carattere unico della nostra Maremma.


Vini Petra - La Memoria del Passato e La Forza della Natura



Vicino all’antico borgo di Suvereto, terra delle suvere, maestose querce che producono il sughero, sulle colline ferrose della Val di Cornia e con lo sguardo sul mar Tirreno.



È qui, nella spettacolare natura della Maremma, che nasce la magia di Petra.


Vini Belvento - Il Vento, Il Mare, La Macchia Mediterranea



La linea dei Vini del Mare della nostra tenuta, una gamma ispirata all’identità marittima e alla natura selvaggia di questa particolare area della Toscana.


Paradigma Cantina - Architettura



L’architetto svizzero Mario Botta, incaricato da Vittorio Moretti di vestire di forma e funzione il cuore operativo di Petra, ha descritto così lo spirito del progetto.



Un fronte unico a valle, con un corpo centrale cilindrico alto 25m e orientato a 45/90 gradi rispetto ai filari che lo circondano. Totemico e organico, simbolo di un approccio sensibile al processo tecnologico, il cilindro accoglie al suo interno le attività di ingresso e al centro quelle di vinificazione. La sommità – un piano inclinato parallelo alla collina – è il luogo di raccolta dei grappoli: da qui gli acini, separati dal raspo, finiscono per morbida caduta nelle vasche di macerazione e fermentazione.



Morbida, rispettosa, a basso impatto, com’è tutta la strada che dal grappolo conduce alla bottiglia. Nel cuore della collina si trovano le gallerie di invecchiamento (in barrique e bottiglia) e, oltre lo spazio riservato alle botti in rovere di Slavonia, una lunga galleria penetra in profondità e si arresta di fronte a una massiccia parete di roccia. Questo è il luogo conclusivo, uno spazio d’incontro e di riflessione, come suggerisce la presenza dell’Altare di Rivadossi. Un cordone ombelicale che lega Petra alla petra mater delle Colline Metallifere.


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