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Don Tanu


Orgoglio Sicilano



Don Tanu, Eccellenze che Raccontano l’Orgoglio Siciliano


Mission



Don Tanu nasce dall’idea e dalla volontà di trasmettere la passione nei confronti di una delle più famose eccellenze siciliane nel mondo: il pistacchio DOP di Bronte, la cui unicità è garantita dalla certificazione DOP.


L’azienda tiene a comunicare non solo la dedizione verso i prodotti della sua terra ma anche la storia di un’isola, la Sicilia, una terra ricca di antiche tradizioni e di valori forti e autentici che vengono tramandati di generazione in generazione.


Don Tanu è Riscoprire la Sicilia in Qualsiasi Posto tu Sia!



Don: In meridione, Signore. Ancora oggi al sud Don e Donna si usano al posto di Signore e Signora.



Tanu: Mio nonno, Gaetano.



Era proprio quel Don Tanu, con la coppola e i baffi che tutt’oggi lo caratterizzano, che guardavo fin da piccolo mentre si prendeva cura del suo pistacchieto. La dedizione e la passione nei confronti di questa rarissima materia prima, che filtravo attraverso gli occhi curiosi di un bambino, sono diventate oggi le stesse premesse che contraddistinguono l’azienda Don Tanu.


Da Ieri a Oggi nulla è cambiato. La tecnica di raccolta è sempre la stessa: la sciara, la pianta di pistacchio che nasce come un miracolo tra le pietre di lava antica e le mani dell’uomo restano gli unici tre ingredienti che servono per ottenere il pistacchio Don Tanu.


Il Pistacchio



La coltura del pistacchio venne introdotta dagli Arabi, come sembrerebbe testimoniare l’etimologia del termine dialettale siciliano “fastuca” che corrisponderebbe al termine arabo “fastuq”.


È proprio agli Arabi che si devono molte ricette di dolciumi con ripieno alle mandorle, datteri e pistacchi, dolci cardini della pasticceria siciliana.


Dal 1929, Bronte è il polo di riferimento del settore del pistacchio nazionale. Il primato è stato conquistato grazie al lavoro degli agricoltori siciliani che da più di 200 anni hanno fatto dei terreni aridi e accidentati il contesto ideale per creare una vasta area di pistacchio valorizzando il terebinto (Pistacia terebinthus). È, però, proprio il terreno vulcanico dell’Etna che fa del pistacchio l’eccellenza conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.


La Raccolta del Pistacchio



Don Tanu con questa breve descrizione vuole dare il giusto merito al faticoso operato dell’uomo che esiste dietro ogni singolo frutto di pistacchio confezionato.


La raccolta del pistacchio si svolge attraverso diverse fasi di lavorazione della materia prima.


Prima Fase: La Raccolta



La raccolta è biennale e viene eseguita negli anni dispari nei mesi che vanno dalla fine di agosto agli inizi di settembre. La fase di raccolta è una fase estremamente delicata.


Essa viene eseguita completamente a mano poiché la pianta di pistacchio, crescendo su terreni lavici (la sciara in siciliano) non permette l’uso di macchinari e necessita l’ausilio di squadre di raccoglitori specializzati che agiscono direttamente sugli arbusti di pistacchio e, sgrappolandoli delicatamente, fanno cadere i frutti dentro un contenitore portato a spalla.


Per le famiglie brontesi, questa fase è tanto faticosa quanto sentita come una festa molto attesa, un rito che si tramanda di generazione in generazione alla quale con diverse mansioni partecipa tutta la famiglia, dai più grandi ai più piccoli.


Seconda Fase: La Rimozione del Mallo



Dopo la prima fase, attraverso l’azione meccanica del nastro di un macchinario, i frutti vengono separati dal loro mallo (l’involucro carnoso che lo ricopre e che, quando diventa maturo, assume un color bianco avorio che rende i frutti di pistacchio simili a dei confetti).


Si ottiene così il pistacchio in guscio conosciuto anche con il nome di tignosella.


Terza Fase: L’Essiccazione



Ottenuta la tignosella si procede con la terza fase di lavorazione, l’essicazione. Il pistacchio viene adagiato nel cosiddetto stindituri.


Stese le reti sul pavimento di apposite serre, si sparge il pistacchio in modo da farlo arieggiare in modo omogeneo. Occorrono in media dai due ai tre giorni di caldo sole siciliano per far sì che i frutti arrivino al giusto grado di asciugatura.


Questo metodo tradizionale, lento e naturale, dona al frutto quella particolare fragranza senza eguali.


Quarta Fase: La Sgusciatura



Il pistacchio, una volta asciutto, è pronto per essere sgusciato.


Questa lavorazione, come anticipa il termine stesso, scopre il pistacchio dal secondo guscio legnoso che lo racchiude a mò di scrigno. La natura sembra infatti consapevole del frutto prezioso che ha creato avendo dotato il pistacchio di una doppia protezione.


Oggi questa fase si effettua grazie all’utilizzo di macchinari, anticamente si usava lo sciffu, un blocco di pietra lavica concavo sul cui bordo i contadini sgusciavano il pistacchio con l’aiuto di utensili acuminati.


Quinta Fase: La Pelatura



Dopo la sgusciatura si può procedere con la “pelatura” del pistacchio. Ovvero l’eliminazione del sottilissimo endocarpo violaceo che ricopre delicatamente il frutto un’ultima volta.


L’impianto utilizzato è costituito da uno “scottatore” dove il seme viene pelato, facendolo immergere pochi minuti in acqua calda (90 C° circa). Attraverso il breve ammollo la pellicola che avvolge il seme si rigonfia e successivamente, passando attraverso cilindri gommati che ruotano per sfregamento, viene stracciata e il pistacchio rimane del suo intensissimo verde smeraldo.


Quinta fase: Controllo e Selezione



Il Pistacchio viene passato in appositi macchinari a fibre ottiche che attuano una prima selezione. Il lavoro della macchina però non basta per selezionare in modo ottimale il pistacchio. La macchina infatti invia, per caduta, il pistacchio in un banco da lavoro per essere sottoposto all’ultima attenta selezione da parte di personale qualificato.


Tutte le fasi di lavorazione sopra descritte sono realizzate attraverso metodi assolutamente naturali e senza l’ausilio di sostanze chimiche dannose per l’uomo e per l’ambiente.


La Certificazione D.O.P. Cos’è ?



In qualsiasi parte del mondo voi vi troviate a degustare una pietanza in cui il protagonista è il pistacchio vi verrà presentato come “pistacchio di Bronte” ma è davvero cosi? Purtroppo no.


Il Pistacchio oggi è sempre più oggetto di contraffazione. Infatti, i pistacchi vengono prodotti in diverse parti nel mondo ma solo l’Italia, nonostante costituisca solo l’1% della produzione mondiale, è la vera patria del pistacchio con Bronte, cittadina che nasce alle pendici del vulcano Etna, in Sicilia.



Gli unici pistacchi veramente originali sono quelli col marchio DOP prodotti a Bronte. A tutela di questo prezioso frutto presiede il Consorzio del pistacchio verde di Bronte DOP, che nasce nel 2004.


Sottolineare la differenza del pistacchio DOP di Bronte da tutti gli altri è importante per dare al consumatore finale gli strumenti informativi necessari per potersi orientare meglio nel mercato e con autonomia scegliere il prodotto che intende acquistare.


Prodotti Don Tanu

Don Tanu


Orgoglio Sicilano



Don Tanu, Eccellenze che Raccontano l’Orgoglio Siciliano


Mission



Don Tanu nasce dall’idea e dalla volontà di trasmettere la passione nei confronti di una delle più famose eccellenze siciliane nel mondo: il pistacchio DOP di Bronte, la cui unicità è garantita dalla certificazione DOP.


L’azienda tiene a comunicare non solo la dedizione verso i prodotti della sua terra ma anche la storia di un’isola, la Sicilia, una terra ricca di antiche tradizioni e di valori forti e autentici che vengono tramandati di generazione in generazione.


Don Tanu è Riscoprire la Sicilia in Qualsiasi Posto tu Sia!



Don: In meridione, Signore. Ancora oggi al sud Don e Donna si usano al posto di Signore e Signora.



Tanu: Mio nonno, Gaetano.



Era proprio quel Don Tanu, con la coppola e i baffi che tutt’oggi lo caratterizzano, che guardavo fin da piccolo mentre si prendeva cura del suo pistacchieto. La dedizione e la passione nei confronti di questa rarissima materia prima, che filtravo attraverso gli occhi curiosi di un bambino, sono diventate oggi le stesse premesse che contraddistinguono l’azienda Don Tanu.


Da Ieri a Oggi nulla è cambiato. La tecnica di raccolta è sempre la stessa: la sciara, la pianta di pistacchio che nasce come un miracolo tra le pietre di lava antica e le mani dell’uomo restano gli unici tre ingredienti che servono per ottenere il pistacchio Don Tanu.


Il Pistacchio



La coltura del pistacchio venne introdotta dagli Arabi, come sembrerebbe testimoniare l’etimologia del termine dialettale siciliano “fastuca” che corrisponderebbe al termine arabo “fastuq”.


È proprio agli Arabi che si devono molte ricette di dolciumi con ripieno alle mandorle, datteri e pistacchi, dolci cardini della pasticceria siciliana.


Dal 1929, Bronte è il polo di riferimento del settore del pistacchio nazionale. Il primato è stato conquistato grazie al lavoro degli agricoltori siciliani che da più di 200 anni hanno fatto dei terreni aridi e accidentati il contesto ideale per creare una vasta area di pistacchio valorizzando il terebinto (Pistacia terebinthus). È, però, proprio il terreno vulcanico dell’Etna che fa del pistacchio l’eccellenza conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.


La Raccolta del Pistacchio



Don Tanu con questa breve descrizione vuole dare il giusto merito al faticoso operato dell’uomo che esiste dietro ogni singolo frutto di pistacchio confezionato.


La raccolta del pistacchio si svolge attraverso diverse fasi di lavorazione della materia prima.


Prima Fase: La Raccolta



La raccolta è biennale e viene eseguita negli anni dispari nei mesi che vanno dalla fine di agosto agli inizi di settembre. La fase di raccolta è una fase estremamente delicata.


Essa viene eseguita completamente a mano poiché la pianta di pistacchio, crescendo su terreni lavici (la sciara in siciliano) non permette l’uso di macchinari e necessita l’ausilio di squadre di raccoglitori specializzati che agiscono direttamente sugli arbusti di pistacchio e, sgrappolandoli delicatamente, fanno cadere i frutti dentro un contenitore portato a spalla.


Per le famiglie brontesi, questa fase è tanto faticosa quanto sentita come una festa molto attesa, un rito che si tramanda di generazione in generazione alla quale con diverse mansioni partecipa tutta la famiglia, dai più grandi ai più piccoli.


Seconda Fase: La Rimozione del Mallo



Dopo la prima fase, attraverso l’azione meccanica del nastro di un macchinario, i frutti vengono separati dal loro mallo (l’involucro carnoso che lo ricopre e che, quando diventa maturo, assume un color bianco avorio che rende i frutti di pistacchio simili a dei confetti).


Si ottiene così il pistacchio in guscio conosciuto anche con il nome di tignosella.


Terza Fase: L’Essiccazione



Ottenuta la tignosella si procede con la terza fase di lavorazione, l’essicazione. Il pistacchio viene adagiato nel cosiddetto stindituri.


Stese le reti sul pavimento di apposite serre, si sparge il pistacchio in modo da farlo arieggiare in modo omogeneo. Occorrono in media dai due ai tre giorni di caldo sole siciliano per far sì che i frutti arrivino al giusto grado di asciugatura.


Questo metodo tradizionale, lento e naturale, dona al frutto quella particolare fragranza senza eguali.


Quarta Fase: La Sgusciatura



Il pistacchio, una volta asciutto, è pronto per essere sgusciato.


Questa lavorazione, come anticipa il termine stesso, scopre il pistacchio dal secondo guscio legnoso che lo racchiude a mò di scrigno. La natura sembra infatti consapevole del frutto prezioso che ha creato avendo dotato il pistacchio di una doppia protezione.


Oggi questa fase si effettua grazie all’utilizzo di macchinari, anticamente si usava lo sciffu, un blocco di pietra lavica concavo sul cui bordo i contadini sgusciavano il pistacchio con l’aiuto di utensili acuminati.


Quinta Fase: La Pelatura



Dopo la sgusciatura si può procedere con la “pelatura” del pistacchio. Ovvero l’eliminazione del sottilissimo endocarpo violaceo che ricopre delicatamente il frutto un’ultima volta.


L’impianto utilizzato è costituito da uno “scottatore” dove il seme viene pelato, facendolo immergere pochi minuti in acqua calda (90 C° circa). Attraverso il breve ammollo la pellicola che avvolge il seme si rigonfia e successivamente, passando attraverso cilindri gommati che ruotano per sfregamento, viene stracciata e il pistacchio rimane del suo intensissimo verde smeraldo.


Quinta fase: Controllo e Selezione



Il Pistacchio viene passato in appositi macchinari a fibre ottiche che attuano una prima selezione. Il lavoro della macchina però non basta per selezionare in modo ottimale il pistacchio. La macchina infatti invia, per caduta, il pistacchio in un banco da lavoro per essere sottoposto all’ultima attenta selezione da parte di personale qualificato.


Tutte le fasi di lavorazione sopra descritte sono realizzate attraverso metodi assolutamente naturali e senza l’ausilio di sostanze chimiche dannose per l’uomo e per l’ambiente.


La Certificazione D.O.P. Cos’è ?



In qualsiasi parte del mondo voi vi troviate a degustare una pietanza in cui il protagonista è il pistacchio vi verrà presentato come “pistacchio di Bronte” ma è davvero cosi? Purtroppo no.


Il Pistacchio oggi è sempre più oggetto di contraffazione. Infatti, i pistacchi vengono prodotti in diverse parti nel mondo ma solo l’Italia, nonostante costituisca solo l’1% della produzione mondiale, è la vera patria del pistacchio con Bronte, cittadina che nasce alle pendici del vulcano Etna, in Sicilia.



Gli unici pistacchi veramente originali sono quelli col marchio DOP prodotti a Bronte. A tutela di questo prezioso frutto presiede il Consorzio del pistacchio verde di Bronte DOP, che nasce nel 2004.


Sottolineare la differenza del pistacchio DOP di Bronte da tutti gli altri è importante per dare al consumatore finale gli strumenti informativi necessari per potersi orientare meglio nel mercato e con autonomia scegliere il prodotto che intende acquistare.


Prodotti Don Tanu

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