La legislazione europea (reg. CE 491/2009), recepita ovviamente anche in Italia, distingue gli spumanti in:
La vecchia sigla VSQPRD e quella VSAQPRD è stata abolita con l'entrata in vigore della OCM "Vino". Naturalmente, come per tutti gli altri vini, lo spumante rientra nella classificazione generale relativa alle indicazioni o denominazioni.
La UE, con il regolamento (ce) n. 607/2009-allegato XIV, prevede la classificazione dello spumante in base al suo residuo zuccherino.
Denominazione | Residuo
zuccherino (g/l) |
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Da notare che, generalmente, per gli spumanti metodo classico (es. Franciacorta ), le versioni più diffuse sono brut ed extra brut mentre per gli spumanti charmat ( es. Prosecco ) lo sono extra dry e brut. Il pas dosé ( piuttosto diffuso tra appassionati ed esperti, in quanto prodotto "estremo" ) è tipico del metodo classico e il dry presente quasi esclusivamente negli charmat. Ultimamente, visto il gusto prevalente e la diffusione del rito dell'aperitivo, qualche produttore di metodo classico inserisce nella gamma anche una versione extra dry. Il demi sec ha una buona versatilità visto che può essere servito sia con un dessert sia con le altre portate (quando abbinabili). Gli spumanti dolci sono prerogativa dei vitigni aromatici ( moscati, malvasie, brachetto, etc. ): tipico esempio l'Asti spumante.