Eleganza Senza Tempo

Salvatore Ferragamo nasce nel 1898 a Bonito, paese a un centinaio di chilometri da Napoli, undicesimo di 14 figli. Sin da piccolo, dimostra una grande passione per le scarpe. Trascorre ore a guardare lavorare il ciabattino del paese, anche se il padre non vuole perché il calzolaio è considerato il più umile dei mestieri.
Accade che la sorella Giuseppina debba passare a Comunione e indossare, come vuole la tradizione, scarpe bianche. La famiglia Ferragamo non ha però i soldi per acquistarle: è un disonore. Salvatore si fa prestare dal calzolaio di Bonito chiodi, filo, tela bianca e gli attrezzi necessari. La notte, di nascosto, inizia a fare il suo primo paio di scarpe. Al mattino le scarpe sono pronte e la sorellina è in grado di andare in chiesa con le scarpette bianche ai piedi, nello stupore generale. Salvatore ha 9 anni. Il suo destino è segnato. Avrebbe fatto il calzolaio.

A sedici anni raggiunge i fratelli emigrati in America. Lavora per quindici giorni nella fabbrica di scarpe Plant Shoe Factory a Boston, una delle più importanti aziende sulla East Coast. È affascinato dalla modernità delle macchine e dei processi di lavoro ma ne vede anche i limiti qualitativi: le scarpe fatte a macchina non hanno la stessa qualità di quelle che lui e la maggior parte degli artigiani italiani sono in grado di fare a mano.

Nel 1915 si trasferisce a Santa Barbara, in California, dove apre una bottega di riparazioni per calzature. La California di quegli anni è la terra favolosa dove prospera la giovane industria del cinema e Salvatore inizia a disegnare e realizzare scarpe per i film. Le grandi Dive del momento diventano sue affezionate clienti.
Nel 1916 si iscrive alle classi serali della Extension Division della University of Southern California a Los Angeles per studiare anatomia e comprendere la struttura del piede sul quale poggia la salute dell’intero scheletro. Scopre che il peso del corpo poggia sull’arco plantare e arriva alla definizione della calzata perfetta. All’interno delle sue scarpe inserisce una lamina d’acciaio, il cambrione, a sostegno dell’arco plantare, risolvendo il problema della comodità.
Quando l’industria del cinema si sposta ad Hollywood Salvatore Ferragamo la segue. Nel 1923 apre l’Hollywood Boot Shop e la stampa inizia a definirlo "Il calzolaio delle stelle". Nella sua autobiografia, pubblicata nel 1957, Salvatore Ferragamo ricorda le bizzarre ordinazioni ricevute dalle star come Gloria Swanson, Lillian Gish, Jean Harlow, Greta Garbo. Molti di questi modelli sono oggi conservati nell’Archivio Salvatore Ferragamo.
Nel 1927 Ferragamo decide di tornare in Italia e si stabilisce a Firenze, città tradizionalmente ricca di abili artigiani. La maggior parte di questi ultimi, però, è scettica verso i nuovi sistemi di lavorazione della calzatura e misurazione del piede introdotti da Ferragamo. Sono i lavoranti più giovani a mostrare curiosità e interesse per il suo progetto. Salvatore apre dunque una fabbrica che è come una scuola con 75 apprendisti, da lui diretti. Recupera la dimensione artigiana, propria della città, ma la coniuga con il sistema produttivo della fabbrica americana, dividendo in segmenti lavorativi il processo. Dal suo laboratorio fiorentino avvia un flusso costante di esportazione verso l’America.

La caduta della borsa a Wall Street del 1929 coinvolge fortemente Ferragamo, dato il suo stretto legame con gli Stati Uniti. Gli effetti negativi della crisi, l’instabilità economica americana e mondiale lo porteranno al fallimento, depositato al tribunale di Firenze nell’agosto 1933. Ancora una volta il sistema produttivo deve essere ripensato ma Salvatore non si perde d'animo, riconoscendo l’importanza di una clientela locale e di un laboratorio nel centro di Firenze. Nel 1936 Ferragamo prende in affitto, tramite la sorella in quanto interdetto al commercio a causa del fallimento, alcune stanze nello storico Palazzo Spini Feroni, edificio simbolico della Firenze medioevale e ricomincia in pieno la sua attività.

Gli anni trenta e della guerra costituiscono un periodo di grande creatività per Salvatore Ferragamo, che dalle difficoltà sembra attingere nuovi stimoli. Nel marzo 1936 Benito Mussolini impone alla Nazione un ampio programma di nazionalizzazioni e di protezionismo, che si sintetizza nella parola d’ordine autarchia. È la risposta alle sanzioni commerciali che la Società delle Nazioni ha imposto all’Italia nell’ottobre 1935 per l’aggressione militare all’Etiopia. L’acciaio di migliore qualità è requisito per gli armamenti e molti altri materiali cominciano a scarseggiare. È in risposta a tali problemi che nasce la zeppa in sughero (brevettata nel 1937) assieme alle tomaie in canapa, feltro, pelle di pesce. Salvatore ricorre anche al cellofan, osservando la carta dei cioccolatini, luccicante ed elastica.
Grazie ai suoi successi, nel 1938 Ferragamo fonda la Salvatore Ferragamo S.p.A. È anche in grado di avviare il processo di acquisto progressivo dell’intero Palazzo Spini Feroni, che rimarrà da allora la sede dell’azienda. Nel 1940 Salvatore Ferragamo sposa Wanda Miletti, giovane figlia del medico e podestà di Bonito, con la quale avrà sei figli: Fiamma, Giovanna, Ferruccio, Fulvia, Leonardo e Massimo.

Nell’estate del 1947, Salvatore Ferragamo viene invitato a Dallas da Neiman Marcus, grande department store americano, a ricevere l’Oscar della Moda con la motivazione di aver saputo combinare il classicismo italiano e la tradizione artigiana con inventiva moderna. Fino ad allora il prestigioso riconoscimento, istituito nel 1938, era conferito solo a designer americani. Fra le scarpe che Salvatore Ferragamo porta a Dallas nel 1947 sono i sandali "invisibili" con tacco a zeppa di legno sagomata a forma di "F", come l’iniziale di Ferragamo, e rivestita di pelle e tomaia formata da una lenza da pesca in nylon trasparente. L’idea viene a Ferragamo da un operaio di ritorno da una partita di pesca sull’Arno con un grosso pesce. Lo aveva preso usando un nuovo tipo di lenza fatta di nylon. "I pesci non la vedono" spiega a Ferragamo. Il modello ha un enorme successo e il costo è di 29,75 $, l’equivalente di quattro tonnellate di carbone.

Le più famose star del cinema italiano e internazionale sono clienti di Salvatore Ferragamo, come lo sono le personalità dell’high society mondiale. Molte si recano a Firenze per incontrarlo a Palazzo Spini Feroni.

Salvatore suddivide le donne che gli ordinano le scarpe in tre categorie a seconda della misura del piede. Le Cenerentole richiedono scarpe più piccole del numero 6. Femminili e amanti della moda, per essere felici devono essere innamorate. In questo elenco include Mary Pickford, Joan Crawford, Jean Harlow ma anche la Regina di Grecia, la Duchessa di Windsor, la Maharani di Cooch Behar. Le Veneri calzano il numero 6. Queste donne, in genere molto belle, celano dietro l’apparente frivolezza l’amore per le cose semplici per questo sono incomprese. Tra loro inserisce Marilyn Monroe. Le Aristocratiche sono quelle che calzano scarpe dal numero 7 in su, come Greta Garbo, Audrey Hepburn, Lauren Bacall. Sono sensibili e comprensive, a volte volubili.
Il 12 febbraio 1951, Salvatore Ferragamo partecipa alla prima sfilata di modelli di chiara impronta italiana organizzata dal buyer Giovanni Battista Giorgini nel salone da ballo della sua casa, Villa Torrigiani a Firenze, alla presenza della stampa internazionale e dei compratori americani. Ferragamo crea per l'occasione il Kimo, realizzato per gli abiti del sarto romano Emilio Schuberth. Ispirato al tabi giapponese, è indossato con un calzino di pelle o raso in abbinamento al colore dell’abito.

Salvatore guardava al futuro con ottimismo, ma condizioni di salute compromesse lo portano alla morte nell'agosto del 1960. Il grande sogno della sua vita - creare e produrre le più belle scarpe del mondo - è realizzato. Ma una nuova idea aveva cominciato a farsi strada negli ultimi anni: trasformare la Ferragamo in una grande casa di moda. Wanda, che fino a quel momento si era occupata di fare la moglie e la madre, è la nuova spinta propulsiva.
Quando Salvatore viene a mancare, Wanda ha 39 anni. Durante la malattia, Salvatore aveva già demandato poteri ordinari e straordinari alla moglie, che diventa il motore del cambiamento aziendale, supportata da tutti i collaboratori, dalle figlie maggiori Fiamma e Giovanna per la parte creativa e dal nipote Jerry, figlio di un fratello di Salvatore, riguardo alle strategie di ottimizzazione e meccanizzazione della produzione. Sotto la sua direzione l’azienda fa il grande passo dalla mono-produzione di calzature al total look costituito da abbigliamento, accessori in pelle e in seta, profumi.

Alla morte di Ferragamo, la figlia Fiamma ha 19 anni. È l'unica in famiglia ad aver lavorato accanto al padre e assume il compito di affiancare la madre nella riorganizzazione delle attività, diventando interprete dello stile Ferragamo, insieme alla sorella Giovanna nell'abbigliamento.

Di lì a poco, anche i fratelli più piccoli entrano in azienda, ognuno incoraggiato a seguire il proprio talento, aspetto che porterà alla nascita di nuovi settori produttivi. Il sogno di Salvatore non solo sopravvive alla morte del fondatore ma si amplia e consolida la sua dimensione internazionale.

Il 9 febbraio del 1967 nella Grand Ballroom dello Sheraton-Dallas Hotel, a Dallas (USA), Fiamma riceve il Premio Neiman Marcus, il famoso Oscar della moda conferito venti anni prima al padre con la motivazione di aver "portato una nuova dimensione al nome Ferragamo per merito dell'originalità e della freschezza del suo design". Insieme a lei ricevono il premio Valentino, Lydia di Roma, Venturini di Lucca e Emilio Pucci a nome di tutti gli artigiani fiorentini danneggiati dall’alluvione di Firenze del 1966. La prestigiosa rivista Life dedica alla ventiquattrenne una delle sue copertine.

Nel 1965, Fiamma decide di sviluppare una progettazione e produzione interna di borse e piccola pelletteria, in quanto accessori complementari alle calzature. Il primo articolo di rassegna stampa conservato nell'Archivio Salvatore Ferragamo dove appare una borsa firmata Ferragamo è del 1969.
Con il tempo questi accessori diventano sempre più significativi nell’offerta produttiva del brand. Nel 1972, la prestigiosa testata americana Women’s Wear Daily, pubblica lo scatto di una borsa Ferragamo con un particolare accessorio di chiusura metallico.

È la prima volta che appare il simbolo "Gancini", ornamento successivamente ampiamente utilizzato su accessori in pelle e calzature, foulard del marchio Ferragamo.

Gli anni 1975-80's vedono lo sviluppo delle collezione scarpe e abbigliamento uomo e l’azienda procede nella sua evoluzione fino a raggiungere nel 2011 la quotazione in borsa.

«Questo è il lavoro di tutta la mia vita: imparare a fare scarpe perfette, rifiutando di mettere il mio nome su quelle che non lo sono. Quindi, per favore, al di là della storia del ragazzino scalzo e ignorante che è diventato un celebre calzolaio, concentrate la vostra attenzione sul piacere che deriva dal camminare bene» Salvatore Ferragamo

Eleganza Senza Tempo

Salvatore Ferragamo nasce nel 1898 a Bonito, paese a un centinaio di chilometri da Napoli, undicesimo di 14 figli. Sin da piccolo, dimostra una grande passione per le scarpe. Trascorre ore a guardare lavorare il ciabattino del paese, anche se il padre non vuole perché il calzolaio è considerato il più umile dei mestieri.
Accade che la sorella Giuseppina debba passare a Comunione e indossare, come vuole la tradizione, scarpe bianche. La famiglia Ferragamo non ha però i soldi per acquistarle: è un disonore. Salvatore si fa prestare dal calzolaio di Bonito chiodi, filo, tela bianca e gli attrezzi necessari. La notte, di nascosto, inizia a fare il suo primo paio di scarpe. Al mattino le scarpe sono pronte e la sorellina è in grado di andare in chiesa con le scarpette bianche ai piedi, nello stupore generale. Salvatore ha 9 anni. Il suo destino è segnato. Avrebbe fatto il calzolaio.

A sedici anni raggiunge i fratelli emigrati in America. Lavora per quindici giorni nella fabbrica di scarpe Plant Shoe Factory a Boston, una delle più importanti aziende sulla East Coast. È affascinato dalla modernità delle macchine e dei processi di lavoro ma ne vede anche i limiti qualitativi: le scarpe fatte a macchina non hanno la stessa qualità di quelle che lui e la maggior parte degli artigiani italiani sono in grado di fare a mano.

Nel 1915 si trasferisce a Santa Barbara, in California, dove apre una bottega di riparazioni per calzature. La California di quegli anni è la terra favolosa dove prospera la giovane industria del cinema e Salvatore inizia a disegnare e realizzare scarpe per i film. Le grandi Dive del momento diventano sue affezionate clienti.
Nel 1916 si iscrive alle classi serali della Extension Division della University of Southern California a Los Angeles per studiare anatomia e comprendere la struttura del piede sul quale poggia la salute dell’intero scheletro. Scopre che il peso del corpo poggia sull’arco plantare e arriva alla definizione della calzata perfetta. All’interno delle sue scarpe inserisce una lamina d’acciaio, il cambrione, a sostegno dell’arco plantare, risolvendo il problema della comodità.
Quando l’industria del cinema si sposta ad Hollywood Salvatore Ferragamo la segue. Nel 1923 apre l’Hollywood Boot Shop e la stampa inizia a definirlo "Il calzolaio delle stelle". Nella sua autobiografia, pubblicata nel 1957, Salvatore Ferragamo ricorda le bizzarre ordinazioni ricevute dalle star come Gloria Swanson, Lillian Gish, Jean Harlow, Greta Garbo. Molti di questi modelli sono oggi conservati nell’Archivio Salvatore Ferragamo.
Nel 1927 Ferragamo decide di tornare in Italia e si stabilisce a Firenze, città tradizionalmente ricca di abili artigiani. La maggior parte di questi ultimi, però, è scettica verso i nuovi sistemi di lavorazione della calzatura e misurazione del piede introdotti da Ferragamo. Sono i lavoranti più giovani a mostrare curiosità e interesse per il suo progetto. Salvatore apre dunque una fabbrica che è come una scuola con 75 apprendisti, da lui diretti. Recupera la dimensione artigiana, propria della città, ma la coniuga con il sistema produttivo della fabbrica americana, dividendo in segmenti lavorativi il processo. Dal suo laboratorio fiorentino avvia un flusso costante di esportazione verso l’America.

La caduta della borsa a Wall Street del 1929 coinvolge fortemente Ferragamo, dato il suo stretto legame con gli Stati Uniti. Gli effetti negativi della crisi, l’instabilità economica americana e mondiale lo porteranno al fallimento, depositato al tribunale di Firenze nell’agosto 1933. Ancora una volta il sistema produttivo deve essere ripensato ma Salvatore non si perde d'animo, riconoscendo l’importanza di una clientela locale e di un laboratorio nel centro di Firenze. Nel 1936 Ferragamo prende in affitto, tramite la sorella in quanto interdetto al commercio a causa del fallimento, alcune stanze nello storico Palazzo Spini Feroni, edificio simbolico della Firenze medioevale e ricomincia in pieno la sua attività.

Gli anni trenta e della guerra costituiscono un periodo di grande creatività per Salvatore Ferragamo, che dalle difficoltà sembra attingere nuovi stimoli. Nel marzo 1936 Benito Mussolini impone alla Nazione un ampio programma di nazionalizzazioni e di protezionismo, che si sintetizza nella parola d’ordine autarchia. È la risposta alle sanzioni commerciali che la Società delle Nazioni ha imposto all’Italia nell’ottobre 1935 per l’aggressione militare all’Etiopia. L’acciaio di migliore qualità è requisito per gli armamenti e molti altri materiali cominciano a scarseggiare. È in risposta a tali problemi che nasce la zeppa in sughero (brevettata nel 1937) assieme alle tomaie in canapa, feltro, pelle di pesce. Salvatore ricorre anche al cellofan, osservando la carta dei cioccolatini, luccicante ed elastica.
Grazie ai suoi successi, nel 1938 Ferragamo fonda la Salvatore Ferragamo S.p.A. È anche in grado di avviare il processo di acquisto progressivo dell’intero Palazzo Spini Feroni, che rimarrà da allora la sede dell’azienda. Nel 1940 Salvatore Ferragamo sposa Wanda Miletti, giovane figlia del medico e podestà di Bonito, con la quale avrà sei figli: Fiamma, Giovanna, Ferruccio, Fulvia, Leonardo e Massimo.

Nell’estate del 1947, Salvatore Ferragamo viene invitato a Dallas da Neiman Marcus, grande department store americano, a ricevere l’Oscar della Moda con la motivazione di aver saputo combinare il classicismo italiano e la tradizione artigiana con inventiva moderna. Fino ad allora il prestigioso riconoscimento, istituito nel 1938, era conferito solo a designer americani. Fra le scarpe che Salvatore Ferragamo porta a Dallas nel 1947 sono i sandali "invisibili" con tacco a zeppa di legno sagomata a forma di "F", come l’iniziale di Ferragamo, e rivestita di pelle e tomaia formata da una lenza da pesca in nylon trasparente. L’idea viene a Ferragamo da un operaio di ritorno da una partita di pesca sull’Arno con un grosso pesce. Lo aveva preso usando un nuovo tipo di lenza fatta di nylon. "I pesci non la vedono" spiega a Ferragamo. Il modello ha un enorme successo e il costo è di 29,75 $, l’equivalente di quattro tonnellate di carbone.

Le più famose star del cinema italiano e internazionale sono clienti di Salvatore Ferragamo, come lo sono le personalità dell’high society mondiale. Molte si recano a Firenze per incontrarlo a Palazzo Spini Feroni.

Salvatore suddivide le donne che gli ordinano le scarpe in tre categorie a seconda della misura del piede. Le Cenerentole richiedono scarpe più piccole del numero 6. Femminili e amanti della moda, per essere felici devono essere innamorate. In questo elenco include Mary Pickford, Joan Crawford, Jean Harlow ma anche la Regina di Grecia, la Duchessa di Windsor, la Maharani di Cooch Behar. Le Veneri calzano il numero 6. Queste donne, in genere molto belle, celano dietro l’apparente frivolezza l’amore per le cose semplici per questo sono incomprese. Tra loro inserisce Marilyn Monroe. Le Aristocratiche sono quelle che calzano scarpe dal numero 7 in su, come Greta Garbo, Audrey Hepburn, Lauren Bacall. Sono sensibili e comprensive, a volte volubili.
Il 12 febbraio 1951, Salvatore Ferragamo partecipa alla prima sfilata di modelli di chiara impronta italiana organizzata dal buyer Giovanni Battista Giorgini nel salone da ballo della sua casa, Villa Torrigiani a Firenze, alla presenza della stampa internazionale e dei compratori americani. Ferragamo crea per l'occasione il Kimo, realizzato per gli abiti del sarto romano Emilio Schuberth. Ispirato al tabi giapponese, è indossato con un calzino di pelle o raso in abbinamento al colore dell’abito.

Salvatore guardava al futuro con ottimismo, ma condizioni di salute compromesse lo portano alla morte nell'agosto del 1960. Il grande sogno della sua vita - creare e produrre le più belle scarpe del mondo - è realizzato. Ma una nuova idea aveva cominciato a farsi strada negli ultimi anni: trasformare la Ferragamo in una grande casa di moda. Wanda, che fino a quel momento si era occupata di fare la moglie e la madre, è la nuova spinta propulsiva.
Quando Salvatore viene a mancare, Wanda ha 39 anni. Durante la malattia, Salvatore aveva già demandato poteri ordinari e straordinari alla moglie, che diventa il motore del cambiamento aziendale, supportata da tutti i collaboratori, dalle figlie maggiori Fiamma e Giovanna per la parte creativa e dal nipote Jerry, figlio di un fratello di Salvatore, riguardo alle strategie di ottimizzazione e meccanizzazione della produzione. Sotto la sua direzione l’azienda fa il grande passo dalla mono-produzione di calzature al total look costituito da abbigliamento, accessori in pelle e in seta, profumi.

Alla morte di Ferragamo, la figlia Fiamma ha 19 anni. È l'unica in famiglia ad aver lavorato accanto al padre e assume il compito di affiancare la madre nella riorganizzazione delle attività, diventando interprete dello stile Ferragamo, insieme alla sorella Giovanna nell'abbigliamento.

Di lì a poco, anche i fratelli più piccoli entrano in azienda, ognuno incoraggiato a seguire il proprio talento, aspetto che porterà alla nascita di nuovi settori produttivi. Il sogno di Salvatore non solo sopravvive alla morte del fondatore ma si amplia e consolida la sua dimensione internazionale.

Il 9 febbraio del 1967 nella Grand Ballroom dello Sheraton-Dallas Hotel, a Dallas (USA), Fiamma riceve il Premio Neiman Marcus, il famoso Oscar della moda conferito venti anni prima al padre con la motivazione di aver "portato una nuova dimensione al nome Ferragamo per merito dell'originalità e della freschezza del suo design". Insieme a lei ricevono il premio Valentino, Lydia di Roma, Venturini di Lucca e Emilio Pucci a nome di tutti gli artigiani fiorentini danneggiati dall’alluvione di Firenze del 1966. La prestigiosa rivista Life dedica alla ventiquattrenne una delle sue copertine.

Nel 1965, Fiamma decide di sviluppare una progettazione e produzione interna di borse e piccola pelletteria, in quanto accessori complementari alle calzature. Il primo articolo di rassegna stampa conservato nell'Archivio Salvatore Ferragamo dove appare una borsa firmata Ferragamo è del 1969.
Con il tempo questi accessori diventano sempre più significativi nell’offerta produttiva del brand. Nel 1972, la prestigiosa testata americana Women’s Wear Daily, pubblica lo scatto di una borsa Ferragamo con un particolare accessorio di chiusura metallico.

È la prima volta che appare il simbolo "Gancini", ornamento successivamente ampiamente utilizzato su accessori in pelle e calzature, foulard del marchio Ferragamo.

Gli anni 1975-80's vedono lo sviluppo delle collezione scarpe e abbigliamento uomo e l’azienda procede nella sua evoluzione fino a raggiungere nel 2011 la quotazione in borsa.

«Questo è il lavoro di tutta la mia vita: imparare a fare scarpe perfette, rifiutando di mettere il mio nome su quelle che non lo sono. Quindi, per favore, al di là della storia del ragazzino scalzo e ignorante che è diventato un celebre calzolaio, concentrate la vostra attenzione sul piacere che deriva dal camminare bene» Salvatore Ferragamo

Borsa a spalla Ferragamo Hug media marrone. Borsa a spalla in pelle di vitello marrone con grana liscia, parte superiore aperta, tracolla removibile. Logo stampato sul davanti, chiusura a scatto Gancini, scomparto diviso. Fodera a contrasto, scomparti interni per carte, tasca interna con cerniera.
Borsa a spalla Ferragamo Brown Scarf XS. Angoli ripiegati in marrone che esaltano la morbida pelle di vitello, impreziosita da una tracolla con logo dorato. Una zip a doppio cursore rivela un interno foderato con una tasca con zip, rifinita con un ciondolo iconico e un portachiavi rivestito.
Borsa a mano Ferragamo Black Hug. Borsa a mano in vitello grana naturale nero, dalla particolare costruzione con schienale asimmetrico che abbraccia i soffietti laterali e si chiude con fibbie Gancini finitura oro. Chiusa internamente con anello, è completata da un ciondolo portachiavi e da una tasca foderata con zip. I piedini rettangolari con firma...
Borsa Ferragamo Black Small Studio Box. Borsa box in pelle di vitello nera, fibbia Gancini, ampio scomparto interno foderato e comoda pochette rimovibile. Tracolla rimovibile.
Borsa a mano Ferragamo Wanda nera. Borsa a mano in pelle di vitello spazzolata nera, design svasato, chiusura con fibbia Gancini a scatto. Interno in pelle, due tasche applicate, logo Ferragamo laminato. Tracolla piatta in pelle spazzolata, regolabile e rimovibile. Doppi manici rigidi.
Sandali Ferragamo Micro Crystals Silver con tre cinturini sopra le dita, uno dei quali corre in diagonale sul collo del piede, e un cinturino regolabile alla caviglia.
Borsa a spalla Ferragamo Black Hug. Borsa Black Hug con manico singolo che dona maggiore morbidezza al quadrante frontale, illuminato dalle fibbie Gancini in finitura oro. Chiusa con una patta interna dotata di magneti e una pratica barra a T che la mantiene in posizione, questa versione media presenta un interno a contrasto per un raffinato effetto color...
Borsa tote media Gancini nera Ferragamo. Borsa tote media in pelle nera con fibbia Gancini, logo interno impresso, finiture dorate. Chiusura magnetica, due tracolle piatte, tasca interna con zip.
Borsa a spalla Ferragamo Red Hug Mini. Borsa a spalla in morbida pelle di vitello rossa, caratterizzata dall'iconica costruzione con fianchi avvolgenti e fibbie Gancini con finitura oro. La chiusura con zip e gli scomparti interni garantiscono un'organizzazione funzionale degli effetti personali. Indossala a mano come pochette o a tracolla grazie alla...
Borsa a spalla nera Ferragamo Double Gancini. Borsa a spalla nera in pelle di vitello, patta superiore con chiusura magnetica, tasca interna a bustina, tracolla regolabile.
Borsa a spalla Ferragamo Double Gancini beige chiaro. Borsa a spalla in pelle beige chiaro con patta superiore e chiusura magnetica. Tracolla regolabile e staccabile, tasca a bustina sul retro.
Borsa tote Ferragamo Black Star M. Borsa tote media in pelle nera con texture granata, chiusura superiore con zip, bordo ripiegato. Due manici superiori, stampa logo sul davanti, attacco portachiavi. Tracolla regolabile e staccabile, scomparto principale, tasca interna con zip.
Borsa Hobo Mini Gancinibuckle Nera Ferragamo. Mini borsa hobo nera realizzata in Italia in pregiata pelle di vitello. La sua texture liscia è accentuata da scintillanti dettagli color oro, con l'iconica chiusura a scatto Gancini. Il design versatile include una tracolla staccabile e un elegante manico superiore piatto, che si apre su uno scomparto...
Stivali Ferragamo con fibbia nera. Stivali in pelle di vitello nera, finiture color argento, doppia linguetta all'apertura. Lunghezza al polpaccio e fodera in pelle.
Classico stivale da equitazione nero, con struttura tubolare e piccola cerniera interna per una calzata confortevole. La sua forma aerodinamica è impreziosita da una clip dorata sul tallone, con fibbia a F. Il tacco leggermente svasato è completato da un dettaglio in gomma sul fondo.
Cintura Gancini Ferragamo marrone reversibile e regolabile. Fibbia marrone, finitura oro e profilo esterno esagonale. La struttura regolabile e reversibile è completata da un cinturino in vitello martellato impunturato con toni a contrasto su entrambi i lati. La lunghezza regolabile consente una vestibilità e uno stile personalizzati.
Cintura Gancini reversibile e regolabile Ferragamo Bordeaux. Cintura bordeaux realizzata in morbida pelle di vitello grana naturale, con fibbia Gancini con finitura dorata. Questo modello è regolabile in lunghezza per una vestibilità e uno stile personalizzati.
Cintura reversibile Ferragamo nera e marrone. Cintura in pelle di vitello nera e marrone, grana liscia, finiture color argento con logo inciso. Fibbia Gancini, fori preforati, reversibile.
Cintura Reversibile Ferragamo con Ganci Intrecciati. Un'interpretazione innovativa delle cinture da uomo, la fibbia Gancini intrecciata accentua la sensazione di lusso di questo accessorio. La costruzione bicolore reversibile presenta un lato in vitello liscio e uno con una texture naturale a contrasto. Questo modello è regolabile in lunghezza per una...
Cintura in pelle Gancini nera Ferragamo Donna. Cintura in pelle di vitello nera, finiture dorate, fibbia con logo, fori di chiusura, vestibilità regolabile.
Cintura Ferragamo Black Hug. Cintura in pelle di vitello nera, finiture dorate, fibbia Gancini, cinturino regolabile in vita.